Nate per rispondere ad esigenze funzionali, oggi le coperture piane sono diffusissime nell’edilizia industriale, ma stanno conquistando terreno anche in quella civile, complici l’estetica accattivante e, con i giusti materiali, le ottime performance.
Cosa sono le coperture piane
Si definiscono coperture piane tutte quelle coperture con pendenza inferiore al 5%. Non esistono tuttavia coperture totalmente piane: per consentire lo smaltimento delle precipitazioni meteoriche, infatti, la pendenza deve essere pari almeno allo 0,5%. Nel caso del tetto piano in metallo, tale smaltimento è ottenuto o dall’ampia estensione degli elementi che compongono la copertura – che in questo caso prenderà la definizione di copertura piana continua – o da particolari tecnologie integrate alle lastre, come i giunti drenanti
Applicazioni architettoniche e strutturali
Mentre nei paesi mediterranei e del Sud erano utilizzate già da tempo, favorite dalle scarse precipitazioni, in Europa le coperture piane furono introdotte dagli architetti aderenti alla corrente avanguardista denominata “Movimento Moderno”.
Nato e diffusosi tra le due guerre mondiali, il Movimento si proponeva di rivoluzionare i principi dell’architettura e dell’urbanistica attraverso il principio della razionalizzazione degli spazi abitativi, focalizzando l’attenzione su criteri di funzionalità piuttosto che puramente estetici. Da ciò conseguiva uno stile superbamente minimalista, in accordo al famoso motto “Less is more” di Mies Van Der Rohe.
Tetto – Giardino Ville Savoye – Le Corbusier
Sebbene, per ciò che concerne la copertura, esponenti di spicco come Le Corbusier e F. Lloyd Wright intendessero per lo più uno spazio vivibile (basti pensare all’inserimento dei tetti-giardino tra i cinque principi dell’Architettura del Futuro di Le Corbusier), è indubbio che il concetto da cui si sviluppò l’estetica lineare e pulita e che oggi interessa la maggior parte delle coperture piane fu proprio quello sorto dall’intuizione degli architetti del Movimento Moderno.
Essi riuscirono a definire un linguaggio progettuale rivoluzionario sfruttando le potenzialità tecnologiche sia dei nuovi materiali come l’acciaio, il cui impiego aveva cominciato ad estendersi anche alle coperture, sia degli isolamenti, la cui innovazione permetteva finalmente di far defluire le precipitazioni meteoriche anche in assenza delle tradizionali falde.
Padiglione Tedesco – Barcellona Mies Van Der Rohe
Ma se lo stile è il fiore all’occhiello, non è tuttavia l’unico argomento a meritare spazio: per mezzo di una progettazione ben ideata ed eseguita, infatti, anche la funzionalità può essere portata ad ottimi livelli.
Essenziale però scegliere la tecnologia isolante più adatta alle proprie esigenze e, soprattutto, impiegare materiali di alta qualità. Nel caso della copertura piana in metallo è bene optare per EPS, lana di vetro o lana di roccia come isolanti e scegliere una tipologia di lastra appositamente studiata per una copertura a bassa pendenza.
Lascia un commento